La Pentossifillina è un derivato xantinico con proprietà antitrombotiche, antinfiammatorie e antifibrotiche
(formula chimica C13H18N4O3)
Il farmaco aumenta l'elasticità dei globuli rossi, promuove la disgregazione piastrinica e riduce la viscosità del sangue, determinando un miglioramento della microcircolazione e contemporaneamente un aumento del livello di ossigeno nei tessuti.
Come altre xantine metilate e derivati xantinici, la pentossifillina è un inibitore della fosfodiesterasi aspecifico che regola la down regulation dell'ormone TGFβ1 e gli aumenti dell’attività fibrinolitica; in quanto determina una riduzione della sintesi di collagene (tipico costituente delle placche fibrotiche).
Inoltre l'azione di inibizione aspecifica delle fosfodiesterasi (enzima tipicamente bloccato in maniera più selettiva dai classici farmaci per l’erezione quali il Sildenafil, il Tadalafil, l'Avanafil ed il Vardenafil), provoca un aumento dei livelli di ossido di azoto che può essere efficace nel prevenire la progressione della malattia o invertire la fibrosi nella Peyronie. In uno studio retrospettivo di pratica clinica 62 pazienti con malattia di Peyronie, l’uso della pentossifillina ha dimostrato una stabilizzazione o riduzione del contenuto di calcio nelle placche peniene.(1) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3565600.
Gli ultimi studi, molto incoraggianti, indicano la Pentossifillina in associazione alla vitamina E e altre sostanze antiossidanti come la Propoli, il Mirtillo, Silimarina, Ginkgo Biloba, Coenzima Q10. In quanto sostanze in grado di ridurre sensibilmente il volume della placca e l’incurvamento(2). https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26770906.
Bibliografia
1.James F Smith,1,2 Alan W Shindel,1 Yun-Ching Huang,1 Raul I Clavijo,1 Lawrence Flechner,1 Benjamin N Breyer,1 Michael L Eisenberg,1 and Tom F Lue1 Pentoxifylline treatment and penile calcifications in men with Peyronie's disease. Asian J Androl. 2011 Mar; 13(2): 322-325
2.Paulis G1, Barletta D2, Turchi P3, Vitarelli A4, Dachille G5, Fabiani A6, Gennaro R7. Efficacy and safety evaluation of pentoxifylline associated with other antioxidants in medical treatment of Peyronie's disease: a case-control study. Res Rep Urol. 2015 Dec. 31;8:1-10 .
Pentossifillina per somministrazione transdermica o infiltrazione?
Ogni farmaco è caratterizzato da un suo valore di emivita che può variare da pochi minuti ad una settimana; i farmaci con emivita breve sono eliminati rapidamente; i farmaci con emivita lunga sono eliminati lentamente.
La pentossifillina ha una emivita breve che varia, a seconda della metodica di somministrazione, da 7-8 min per infusione a 8- 12 ore per somministrazione orale.
L’emivita plasmatica di eliminazione (t1/2) è il parametro farmacocinetico che indica il tempo necessario affinché la concentrazione plasmatica di un farmaco si dimezzi. Per una terapia continuativa il raggiungimento della fase di “equilibrio di somministrazione” avviene dopo un tempo pari a 5 emivite del farmaco indipendentemente dalla frequenza delle somministrazioni.
Per un farmaco somministrato regolarmente l’andamento e l’entità del livello ematico dipendono dal rapporto tra emivita e durata dell’intervallo di applicazione.
Uno dei vantaggi della somministrazione transdermica è dato dalla possibilità di introdurre il solo principio attivo del farmaco, in forma ionica, che legandosi a proteine protoplasmatiche specifiche, aumenta il tempo di permanenza (emivita) nelle sedi anatomiche interessate, con un aumento di 20-60 volte della penetrazione rispetto alla sola applicazione topica.
Per la iontoforesi e l'idroelettroforesi l'effetto pelle è molto ridotto e il farmaco raggiunge una penetrazione che varia dal 70% al 90%; (https://omotossicologia.blogspot.com/2010/01/ionoforesi-idroelettroforesi.html ) il trasporto avviene a livello interstiziale nel corneo, o a livello extracellulare, facendo penetrare il farmaco ad una profondità di oltre 1 centimetro. Una volta che il flusso di corrente ha trasportato gli ioni del farmaco attraverso il corneo nei primi 2 mm di tessuto, inizialmente si verifica un effetto ”deposito” al di sopra della area di microcircolo; poi il farmaco diffonde dal deposito nel derma, e dalla rete capillare viene trasportato via nella corrente ematica (riducendo così il gradiente per una penetrazione verso i tessuti profondi sottostanti) . https://dermatologianapoli.wordpress.com/about/topici-e-veicolazione-intradermica/
Pertanto la somministrazione transdermica, nella terapia continuativa con pentossifillina per la malattia di La Peyronie, consente il raggiungimento della fase di steady state (equilibrio di somministrazione) con maggiore uniformità, mantenendo così costanti i livelli di farmaco ,rispetto alla somministrazione per infiltrazione intracavernosa; dove il farmaco non viene assorbito in forma ionica ed, essendo eliminato più velocemente, l'intervallo di somministrazione tra un'infiltrazione e la successiva non garantisce il raggiungimento e il mantenimento dello steady-state.
https://www.docenti.unina.it/webdocenti-be/allegati/materiale-didattico/34184428